Un compagno di classe speciale. Giuseppe Limone: l’amico di ieri, l’amico di oggi

di Giuseppe Limone

di Luigi Cantile

Ho conosciuto Giuseppe al Liceo Classico “D. Cirillo” di Aversa.

Frequentavamo la IV ginnasiale.

Tra noi, due ragazzi di paese, nacque subito una profonda amicizia.

Ricordo che ogni mattina, poiché arrivavamo nei pressi dell’edificio scolastico abbastanza presto, in attesa del suono della campanella ci recavamo prima in chiesa, la chiesa del Seminario di fronte alla scuola (la sua solida fede trascinava anche me), e poi a girovagare nei dintorni facendo l’uno all’altro le più svariate e difficili domande di storia e talvolta di geografia.

Per tutto il biennio del Ginnasio ci ha uniti un legame di amicizia forte e intenso, vincolo che al Liceo non è venuto meno né si è ridimensionato, ma è come se fosse rimasto un po’ più sotteso, sollevandosi egli, con il passare del tempo, sempre verso piani più alti, rispetto a noi coetanei, per maturità di pensiero e trasparenza della parola.

Eccelleva in tutte le discipline. Sovrastava non solo noi compagni di classe ma tutti gli alunni dell’Istituto.

Ma la distanza da noi, con il suo talvolta isolarsi e soprattutto con la sua solitudine era, per così dire, comunicativa: si espandeva e ti prendeva, allora come oggi, e riesce a guardarti con il cuore di un bambino, con l’animo di un poeta, con la mente di un saggio.

Ricordando quegli anni e rapportandoli a oggi penso che il suo percorso formativo non sia stato una linea retta ma un cerchio in cui in ogni punto la fine e l’inizio si fondono e si confondono e la fine non diventa altro che il principio di un nuovo percorso.

Questa singolarità della sua esperienza umana e spirituale, la fecondità del suo pensiero, la chiarezza, l’intensità, l’incisività della parola che scolpisce l’idea, il suo viaggio nell’uomo (da uomo-bambino), l’incessante ricerca della persona vista nella sua totalità e unicità fanno di lui un Angelo Custode delle future generazioni e in particolare di tutti quegli alunni in cui egli, ora, rivive e nei quali io, come allora, lo rivedo.

 

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